con Arthur Rimbaud
Preghiera della sera
*
Vivo seduto, come un angelo nelle mani di un barbiere,
impugnando un bicchiere dalle profonde scanalature,
l’ipogastro e il collo arcuati, una «gambier»
fra i denti, sotto l’aria gonfia di impalpabili velami.
Come caldi escrementi di un vecchio colombaio,
Mille Sogni procurano dolci bruciature:
poi, d’improvviso, il mio cuore triste è come un alburno
che insanguina l’oro giovane e scuro delle linfe.
Poi, quando ho ingoiato con cura i miei sogni,
mi volto, bevuti più di trenta o quaranta bicchieri,
e mi concentro per mollare l’acre bisogno:
mite come il Signore del cedro e degli issopi,
io piscio verso i cieli bruni, molto in alto e lontano,
approvato dai grandi eliotropi
**
seduto, come l’arcangelo nudo di una bancarella
stringo la turgida luce, l’incarnato che guizza
“passabocca” venato di una rosa
rinfusa di perle gettate agli angoli
inebriano il senso – del miele e del cedro
poi, il mio petto è un cielo buio
acqua insipida di rocce inumate
placato dalle pioggie che a Dio avrei rubato
mi piego disonesto, insieme al vento
e le umide caviglie
fermo come il Signore dei gelsi e del ciliegio
io piscio sui miei roghi, così basso e profondo
ripudiato anche dal tuo inferno
con *Arthur Rimbaud – **Salvatore Leone 2015
Allo specchio.
Rimbaud, ottima scelta! E bravo tu: )
Grazie, perdonatemi questo duetto, non me ne voglia Rimbaud, ma è stato più forte di me! 😉
Io, per parte mia, ti perdono volentieri. Anzi!