Personae insula
La mia isola è antica sgualdrina
dal seno nudo e le cosce sempre a lutto
trattiene gli umori nell’orizzonte eoliano
sciogliendo tra le mani capelli, un lamento
sazia d’argento e pietre
ha un verbo al finire del canto
vennero da ogni mondo
per baciarle il ventre
questa battaglia tra miliardi di dei
dove vince il solito Nessuno
raggiante d’iride
e ancora tutti al centro colti da pallore
eroi in contumacia
il dovere, i devoti
le prolifere mortificanti, il silenzio
non pensare e non t’inventare
in silenzio prega, spogliati in silenzio
non giocare, non parlare e non guardare
in silenzio gioca, e non pagare
di loro parlerai e all’oro guarderai
solo oro e alloro
preziosi crocifissi, faville rosseggianti
tra villose umidità nell’adagio di un trofeo
coltre adiposa del peccato, vite dilaniate e ferme
ignari reinterpreti di Dio, travisatori e maghi
fedeli irriverenti, chini d’epa, ripugnanti conserve di morte
non camminare, che cadi
non muoverti e non parlare
non guardare e non giocare
ti farai male alle ginocchia
Nulla devi fare
con l’anima di una vedova bianca
rosico unghie
seduto su uno scoglio.
Salvatore Leone 2007
Ma tu sei un grande!
Grazie lulasognatrice, lusingato! 🙂
Prego 🙂
poesie straordinarie, tutte, complimenti
Grazie RosaVelata 😉
quando ho bisogno di leggere poesia, ti vengo a trovare…e riesco ogni volta a sentirla. Ciao e grazie
Grazie a te Rosario! Un saluto, ciao!
Un ritratto vivo, dolente e – forse perché amo la tua isola – ci sento molto amore dentro.
Ciao Tommaso, certo! Nonostante tutto è impossibile non amarla. Sono fuggito più volte da lei, poi mi richiama…;-)
A me chiama tutte le estati!!
Ah bene! 😉
sontuosa…
Grazie vikibaum, è lei, sontuosa di suo 😉
lo so e la tua Poe la rispecchia alla perfezione!