Giugno 2008
ancora supino e sul ventre
intarsiato di sassi
Giugno è tardo, ventoso
accarezzo la breccia
il tepore conforta le dita
dalla tempia agiata
slega un occhio
e vedo il mare, lo ascolto
scroscia immenso
padre padrone piega
rivolto sulla battigia martoriata
distrae l’ombra – una macchia umana
sfida il sole, si allunga, contorce
deforma sagome incerte
profuma d’acqua, liquirizia
una stella umida e bruna
cade, mi copre
Salvatore Leone 2008
gli ultimi due versi: gioiello poetico
Grazie vikibaum 🙂
Complimenti, un’altalena al ritmo di onde (liquide e sonore).
Grazie Davide! 🙂
Complimenti! Hai ricevuto da me un premio: Liebster Award…(sentiti libero di ritirarlo e continuare il gioco se vuoi…) Un sorriso!