L’io composito
Quante faccine inumate
uno, dieci, cinquanta corpi
appesi a risolini svuotati
Stringevo bene la gola
ad ogni uomo che sono stato,
mi è capitato di ucciderli tutti.
Nessuno bacerà la fronte amara
nessuno mi porterà dei fiori
Salvatore Leone 2007
Bella l’idea dei corpi appesi ai risolini svuotati!
Grazie Dora! Un saluto, ciao! 🙂
Mi colpisce il modo in cui dici che in fondo è un processo che si compie da soli e che soli ci trova una volta compiuto.
E’ proprio così! 🙂
E’ molto cruda e triste ma a volte corrisponde al vero.
Come ci ricorda il grande Seneca : ogni giorno noi moriamo fino all’ultimo giorno.
Moriamo e rinasciamo in quelle faccine che tu, caro Salvatore, hai evocato.
Nella gara con la filosofia la vera poesia vince in velocità perchè è sintetica, direi matematica nella sua apparente imperfezione.
Perciò la poesia è un lampo ( io ho scritto, che fulmina come il grisou ).
Complimenti !
Grazie Isidoro! Un saluto, ciao!