insieme all’ambulante di strada
che vende rauco – non so cosa
mentre chiudo tutte le finestre
è lo stridio del trapano sul muro
che ha segnato
la mia infanzia, l’adolescenza
l’improbabile maturità
sono voci orribili
si insinuano dentro
se vi raccontassi le brutte parole
che dicono
sarei un codardo
uno che si è arreso
Perché il raccontarle indica che hai prestato attenzione ad esse invece di avere il coraggio di escluderle prendendo una posizione tua e diversa?
Prestare attenzione a qualcosa che andrebbe ignorata, è come rinvigorirla. E poi, non è certo colpa del trapano, sono io che lo sento blaterare così 🙂
Non sempre però possiamo escludere cose moleste. L’assiduità, l’insistenza, la ripetizione possono espugnare qualsiasi buona volontà…
Questo è anche vero. In effetti sono voci moleste, come se volessero distoglierti dal sogno, in modo violento. Questa è la mia sensazione da sempre.
Di voci moleste ce ne saranno sempre. Possiamo solo approfittare di momenti di calma e rinvigorirci…
On verra cara Dora, si, ci proviamo sempre!
Non ci resta molto da scegliere, in fondo…
E chi non ha un suo personale trapano di ricordi sgradevoli, rimpianti, errori commessi? Molto meglio considerarlo come un acufene, che, con opportuni esercizi, riusciamo a non sentire più e deciderà finalmente di ascoltare una musica nuova. Abbandonare le ruminazioni, aprirsi alla vita!
E capire perchè, cosa vogliono! Buongiorno Silvia! 🙂
le voci mioeste vogliono solo molestarci.
Io le odio.
E non solo quelle del trapano, o della metro, o della tv sempre accesa che parla di grossi problemi esistenziale tipo quelli legati alle imperdibili acrobazie del calciomercato. (!!!! )
le odio tutte.
E quando posso…e non posso sempre, mi isolo con le cuffie dove ci sparo Bach…
E mi isolo anche con una sigillata chiusura nel mio immenso mondo interiore. Pieno d’aria e di poesia.
Ma non sempre riesco. A volte sono così forti che vincono loro. E allora vorrei solo piangere.
Proprio così, non guardo la televisione dal 2007, non capisco più cosa dicono, è tutto un reality che non è reality, ma finzione. A quel punto devi spararti Bach o Nyman. Non sempre riusciamo a sigillare bene, anche noi abbiamo bisogno di relazionarci col mondo esterno, ed è quasi traumatico 🙂
Come il tuo pensiero somiglia al mio… ragazzo!
🙂
sorry… refusino
le voci “moleste”.
Quoto Poetella e ti capisco 🙂
Qui ci quotiamo a vicenda, per forza! 🙂
E già 😉