Il meglio sole
le dita sulle mani
sono dieci, le riconto
gli oggetti della casa
al loro posto, fermi
anche d’inverno, il mese prossimo
aria che nessuno sposta
cani in porcellana
una foto dell’ottanta e la cornice
ben tarlata, quasi fossi già esistito
due specchi alla parete
non danno tempo di guardarsi
sono sempre un altro uomo
che non ha pace, volteggia lento
so del rumore, i giri di chiave
ogni tremore ebbe luogo
dovrei far mente locale, ammansirmi
ricordare dove ho messo queste mani
la bocca è sul comodino
vicino al pianto e due rose
sento appena
l’odore del muschio
che mi facevi addosso
le strade buie percorse ad occhi chiusi
neanche fosse il meglio sole
a indovinare
poi fu momento
di resistere a denti stretti
l’opera di un macellaio col fiato brutto
è stato un gioco da ragazzi
amputarti da vicino
i tuoi capelli diventarono bianchi
per lo spavento, ed io rimasi
senza braccia
Salvatore Leone 2015
Molto bella! Un caro saluto. Marisa
Grazie Marisa, un saluto a te.
Sensazioni del profondo, espresse in versi di particolare originalità
Un saluto, Salvatore, silvia
Grazie Silvia. Un saluto a te, buona giornata.
E’ un dolore profondo… molto bella
Grazie lila. Buona giornata 🙂
anche a te 🙂
Splendido. Quasi una risposta.
Grazie marilu!
Crepuscolare, trasuda bellezza e malinconia.