Ho guardato lì fuori
ho appena visto
il mare che si è fermato
una lastra di pece nera
e il sole a picco, scivolato dentro
ho guardato lì fuori, appena adesso
non abbiamo tempo, rimorso
la luna si è spostata altrove
seduto sopra, stringo cinghie
chiudo bene le tue valigie
sotto il maglione a righe, in fondo
troverai del pane fresco e ciliegie rosse
quel profumo – che mi piace tanto
un dolce per tenerti buono, chissà per quanto
non dimenticare la musica dei tre giorni
c’è anche una coperta, nel caso fosse freddo
e senza piedi, mura che poggiano
stai dritto con la schiena – non fare tardi
ho appena guardato lì fuori
lo stormo perduto nel cielo inclinato
i cani non abbaiano più
non so se muovermi lì fuori
non c’è tempo e vai ordinato
non dimenticare l’acqua, i sorrisi nei quadretti
la mia sciarpa blu è sul letto, ti servirà piuttosto
le cose belle che ricordo sono nel taschino a destra
piegate le ultime colline
sembrano lenzuola, si è scardinato
il suolo attorno
non tirarmi il lembo, un braccio
io rimango, lasciami guardare
pur sempre labile ignorante
quanto sono esperti nel finire
così ammicchevoli i pedanti
Salvatore Leone 2015
…..”non tirarmi il lembo, un braccio, io rimango, lasciami guardare”…molto significativo
e originale il tuo poetare, letto con piacere.
Un saluto,silvia
Grazie Silvia. Un saluto a te!
“le cose belle che ricordo sono nel taschino a destra” = foulard bordeaux
Poeta!
Grazie Marianna! 🙂
Guardare forse con senso nuovo, diverso, lì fuori… Sporgersi appena da sé stessi…magari ritrovarsi in qualcosa, nel mondo confuso… Un saluto
Si, e per questo rimango a guardare. Grazie, un saluto a te!