Al dunque
è
l’odore di neve
che sento in giro
seppur insisto, mano morta
nel combinare il verso
c’è che voglio assistere
in silenzio sbugiardare
e guardateli, spalle al muro
potrei concedermi due risate
vecchi pargoli messi a nudo
la pelle intatta di chi non seppe
ed è baldoria il tipo
quello che gesticola
bocca piena
e ne vorrebbe ancora
gettato al mondo da teatrante
cammina, si veste e muore
perchè avvenga il prodigio
di una cena
s’agita, blatera
col sapore di carni rosse
incollato dentro
se ogni buongiorno è soldino
una gola allo stremo
che le sa tutte, un inchino
e la buonanotte giusto per dire
al dunque
si hanno occhi lucidi
c’è chi lecca l’ultima ora
nel giorno del giudizio
diluvio immenso, universale
porteranno via sul carro nero
anime di oleose bocche
le fritture degli sguardi
non altre, pur quanto
simili, eleganti nel calcar le scene
che s’inventano
del loro meglio giurando
senza plauso e nè fiori
Salvatore Leone 2016
Dies irae?
Dies del dunque 🙂