Ed io vi giuro
ed io vi giuro
spesso ebbi il timore
che la poesia fosse un vanto
nel mettersi nuda, bella e mendicante
detesto il mio petto
respiro di cose che diventano cose
un foulard qualsiasi
le umiltà alla stregua
di ogni vanità, e giuro
non saprei dove mettere le mani
a volte indosso abiti eleganti
potrei sculettare a dispetto
per non sembrare il povero ruffiano
se mi lasciano a terra nudo e crudo
quando cammino agghindato di troppo
non saprei se morire con le chiappe
al gelo, se annegare nell’oro come una santa
a sera concludo, mi soffermo
n’importe quoi
un verso romantico del ficcatelo bene in testa
che poi si va a dormire
a modo suo lo disse anche Shakespeare
offro il beneficio del dubbio ai migliori
senza barba, eau de toilette a sciacquarli
tra gambe e dorso, a chi sa ben toccare
vivo di soli tremori
non saprei godere della mia carestia
e ancor meno del grande lusso
che mi è stato appena suggerito
e detto
Salvatore Leone 2016
In questo periodo sei davvero ispirato! raffinata e irridente! Ottimo!
Grazie Franz, si…approfitto di questo periodo. Un caro saluto.
Ti ho letto davvero con piacere! Un saluto a te.
Irridentemente simpatica, uno stile di scrittura che mi piace
Grazie Italo! Un saluto 🙂
Avevo letto “odor di cose che diventano ròse”, ma è una specie di continua danza di suoni e immagini, questa tua.
Sì, ci vuole nochalance.
Buona domenica e complimenti.
Ciao Davide ” odor di cose che diventano rose”, così dovrebbe essere e tu mi hai letto, giustamente, in buona fede. Grazie, buona Domenica a te!
bellissime le tue poesie..complimenti!!!!
Sono appena passato da te, sei una poetessa, come a me piace leggere la poesia, complimenti a te, davvero!
ti ringrazio ❤
Senza alcun dubbio qui c’è un poeta, e non si ferma. Magnifica idea di equilibrio.
Eccoti! Grazie 😀