Quel maledetto profumo di rose
ne ho avuti prati ingenui
messi a soqquadro
andati alla malora dei passi
e la vergogna, un immenso cenno
piegato sulle labbra
se annaffiavo giardini carnivori
petunie artificiali dal gambo elegante
corolle bugiarde, l’indicibile azzurro
fiore cinico e solitario che si spogliava
Maddalena gelida, posata
padri, maestri e professori tutti
si sbagliarono sul giglio, la portata dell’iris
ne fecero fandonie, cultura beffarda di terra
arida, vento e miele a cospetto del chi
quando le madri, senza esclusione di colpi
partorivano bambini anemici
carenti di rose alle ossa, ai capelli
adesso m’imbarazza la mattina nel ventre
di stamane, di ieri e dell’altro
il profumo che aleggia improvviso
da queste parti, mi sveglia di soprassalto
è lo scuotere che Dio mi aveva detto
ed io, non mi ero mai creduto
Salvatore Leone 2016
bellissima!
Grazie Giusy!
Grandi emozioni nella lettura dei tuoi versi….
Vieni sul mio sito, c’è un articolo che ti riguarda :
https://quandolamentesisveste.wordpress.com/2016/04/10/nomination-a-liebster-award/
Cari saluti,silvia
Grazie Silvia! Passo subito a trovarti! 🙂