Nel nome del padre, del figlio, e chissà
ho a portata di mano
un vento che toglie il sole
dai capelli, prontezza
di uomo che vuole darmela a bere
ammazzando il tempo
di un giorno disamorato
ho discrepanze sul viso
di un mezzo Cristo lasciato al freddo
pieno di fischi
che non conosce il gioco
delle braccia spalancate
ad onor del vero
ho preferito il sonno delle carni
difetto estremo di una posa
pizzicata dall’avvoltoio
chiunque l’avvicinasse
ho l’accortezza dell’ultimo minuto
il sudore cretino
di chi fa appena in tempo
a mettere le mani avanti
e rialzarsi
Salvatore Leone 2016