Uomo a mare, un campanaccio
Tenevano il conto delle doglie
su tre dita, poi si avvicinarono
di quatto, tirandomi per i piedi
una folla di curiosi intorno
lunghe file e schiamazzi
offrivano seni di latte rancido
da ogni dove, brutta giornata
c’era chi sputava nomi di fantasia
rimasti sulla punta della lingua
chissà quando, da consumare
i santi, ed altri rimboccavano coperte
di lana pesante, un balbettio prolisso
ad insegnarmi qualcosa da dire
quel giorno era freddo, vuoto
cento braccia a cullarmi
di mare rivoltato gelido
al fonte battesimale il sale
e pure l’uomo basso dalle nenie rauche
a dormire, aveva grandi mani
la camminata puzzolente
e regalie, un campanaccio d’oro
tintinnava in mezzo
a quel silenzio.
Salvatore Leone 2017
Suggestiva descrizione poetica d’una nascita e dintorni…
Sempre particolari i tuoi scritti, felice sabato sera, Sal,silvia
Grazie Silvia, e buona settimana! 🙂