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A parole mi sono fatto stagno
ritardo cognitivo di preghiera
che non dà sollievo alla bocca.
Così pregiata d’acque insipide,
farfuglio dicerie da ultimo nato
nei corridoi che sudano buio
Avvicinati al costato, doppiami la voce
le ultime volontà di attore consumato
a brillantina e nodo stretto.
Che siano imprecazioni di giovane spaccato.
Copri d’alito la cretinanza che ho detenuto
nel cuscino, supplica del mio sonno
di non avere muso, corpo
suggeriscimi a bassa voce, rose umide
che mi svegliano la faccia
Salvatore Leone 2017
Osservazioni del profondo, intinte in una forma poetica dai toni assai intensi e originali
Un saluto, Sal,silvia
Grazie silvia, per le tue letture sempre attente. Un caro saluto a te.