Acque nere
Condannato a un rivolo d’acqua
ritiro quello che ho detto, l’inferno, un’agave stretta
coi denti, neanche il sole mi bagna col fuoco,
dove a pregare facce consumate
non si hanno colpe originali, vizi rosa di pesco
ma sputi simili a fiori, o fiori larghi come gridi
piantati alla schiena, mentre tu scuoi il mio deserto,
e dalla bocca dovrei fuggire a una simile
pioggia?
Stringo al petto nere petunie,
figli con sguardi d’argento che non sanno
piangere, chiamare.
sl2018