Il verso dell’aquila
Le mie parole, ah le parole
nuvole fustigate dal nerbo di cuoio nero,
a incitare bestie perdute in cielo.
Quanta grazia nel vento piega leggermente le schiene,
ma qui sono arrivati in tanti, coi pugni stretti e l’affanno
un comando che arrossa le gole.
Non mi affido neanche al sussurro che rovina il petto,
amo l’odore freddo alla cima, i prati silenziosi,
non temo il precipizio, aria che mette in croce le braccia,
mi hai insegnato il grido dell’aquila girando bene la lingua.
Io non parlo più, emetto suoni indicibili
avvisando il cielo.
Nessuno ha compreso cosa ci siamo detti finora,
è un segreto tra noi e la pioggia, tra noi e la neve
tra noi e il vento, tra noi e la luce maestosa
dell’alba.
sl
Come sempre. Felice di poterti leggere. Un abbraccio Salvatore!
Grazie Jon Jon, un abbraccio.
Ma per fortina le aquile volano così in alto, vien da pensare a volte… se ho colto la sensazione. Bellissimi versi.
Chapeau!
Si hai colto bene. Grazie, Davide!
Che meraviglia!
Grazie, cara Poetella. 🙂
Grazie a te. I tuoi versi sono sempre così intensi! È cosa rara…😊
❤
Sempre una bomba!! 👏🏻👏🏻👏🏻
Grazie di leggermi sempre. 🙂