Veemente
sento freddo
anche se parlo
nel sonno
non riesco a piacermi
da solo, la notte
non abbandona
è buio dolce e generoso
nel mettermi a tacere
quando il silenzio
si accorge
e carezza la pena
del sole che mi ha scansato
tutto il giorno
nuvola o brezza che sia
non avrà pietà
capace di stringermi
mentre ignoro il suo nome
non l’ho mai invitato
a quest’ora che tremo
se mi diletto
a non esserci
nel giardino più nero
rimango piccolo e nudo
accerchiato
di braccia lunghe e forti
tenerezza di lama
peso delle sue ombre
coperta umida e calda
non chiede mai lo sta bene
dei morsi
glissa d’arroganza
se ne infischia
veemente
Salvatore Leone 2016
è difficile commentare, me ne rendo conto, cmq… una più bella dell’altra…
Grazie Marianna, un carissimo saluto, buona serata.