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Il ragazzo blu

Puntuali, sotto casa, pettinati, fieri.
La camminata al mare, giù per le discese
consacrate dall’Addolorata.
Guardare un attimo e di sbieco, abbassare gli occhi sulle pietre nere.
Aggiustare il tremolio delle bocche e il rosa, con mezzo sorriso,
una cosa a caso. Aprire braccia come cigni bianchi, e ombre dispiegate,
ristoro dalla fronte all’orizzonte, quando il sole del mezzogiorno cadeva
giallo, impetuoso, perpendicolare, razzia di frescure per muri e chiese.
Bastavano mani dolci, gelso consumato a petto nudo.

E il silenzio un fiore che si concede al Grecale.
A noi l’inverno bagnava le schiene, bassa voce
tra i limoneti di contrada Rubina. Dall’alto un regno blu.
Avevamo armi buone, lame affilate, tutto l’argento
di cui avevamo bisogno, e corazze di luna
e di brezza il sapore. Lineamenti cobalto
abbandonati allo scoglio.

sl

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