E’ così che si muore?
la poesia
non può rimanere tale
dovrebbe avere corpo
due braccia, e poter camminare
sui prati che abbiamo immaginato
tirato a lucido di notte, messi in un cantuccio
eppure, ve lo immaginate?
questo è il mio corpo, prendete e mangiatene tutti?
e se poi ci baciano i piedi
e una corona di lampadine in testa
e se l’acqua diventa vino
e se Lazzaro mi scappa vivo insieme a Giuda
e se ci mettono a saldo manzo di spalla
vi immaginate la scarpetta che farebbero a resuscitare
il lenzuolo sudato nella bancarella?
per carità di Dio, e per carità
ho due, tre versi ad asciugare le smorfie umide del poeta
che reputa inutile la sua opera di aria e di carta
che lamenta il disincarnato, gran piagnone
ma non tutto mi è perduto, non è così che si muore
con l’aceto in bocca e la posa divaricata
se mi è dovuto, il sogno mi avviene
nelle carni inconsapevoli, amabilmente
stupide, che non lo abbiano mai fatto e saputo
se mi è dovuto, mi accade nella peggiore menzogna
studiata a tavolino da un bambino allegro
di uno, due, tre anni
Salvatore Leone 2016
bellissima!!!
Grazie Sarino 🙂
Davvero bella!! Ogni volta che ritorno, trovo i tuoi capolavori!!
Grazie Sephiroth, è un piacere ritrovarti.
Hai dato un’entità fisica, alla poesia, in questo tratto in versi, originalissimo e notevole
Buona serata Sal e un saluto,silvia
Grazie Silvia, un caro saluto a te.
che originale la poesia viva…!
Grazie ancora, e benvenuta.
Grazie a te!