Il mare che dorme
Qui tace e sta fermo
un mare che si rivolta nel sonno
l’acqua mi abbandona
sulle pietre, e al sole
dovrei ergermi, camminare
negli ardori di terre avulse
e la sete, i piedi baciati
a gattonare senza oriente
intanto che lui sogna
gambe di maiolica blu
bagnando un angolo di cuscino
lo sento cantare nelle tempie
fiato che consuma labbra di sale
e in pieno inverno mi copre
d’azzurro, scrolla
un odore lasciato addosso
il respiro breve
non è più in grado di chiamare
crescendo che appassiona
aquile sorde dalla riva, un dolore
fecondato.
Salvatore Leone 2016
Un prezioso elemento della natura, in cui ritrovarci, nei momenti di disagio interiore
Sempre specialissimi, i tuoi versi, Sal, un saluto,silvia
Grazie Silvia, un caro saluto a te.
Io le tue poesie le capisco empiricamente, non so se nel significato “tuo”, però mi piacciono sempre, pur nel la loro innegabile gelosa cripticità
Devi leggerle così come le percepisci, non hanno un altro significato, è quello, uno per ognuno di noi. Un caro saluto.
oh… e ognuno qui ci vede quel che ci vuol vedere, vero…
che bella!
Grazie alessialia.