A màtula
Il bambino parlava a màtula*
andò via piangendo
tu non sai giocare
avrei voluto – insieme a te giocare
perdonami le ginocchia intatte
la faccia indifferente, colta
di angoscia, lastime e sferze
chiunque sbatte su questi fianchi
è così che cammino, si accalcano
ansimi e morsi, rabbrividisco ad ogni passo
consumato dal rimorso
a testa in giù
volevo disegnare il sole
nel giorno del suo compleanno
ma non ero bravo con il giallo
sporcai ovunque
mi hanno concepito fiaba
da raccontare ogni sera
aspetto solo che dormano tutti.
*dal siciliano, parlare “a màtula”: dire parole vane
Salvatore Leone 2015
Salvatore è magnifica, non ho altre parole!!!! Ciao
Grazie Rosario! Buona serata! 🙂
Solo i bambini riescono a farci provare un rimorso così grande! Forse perché i nostri “no” sono come boomerang che ci tornano addosso, impietosamente..
Si, dovremmo imparare a giocare con il bambino che è ancora dentro di noi, quel no potrebbe fargli molto male, dopo sarà difficile rimediare. Quante responsabilità abbiamo verso quel bambino? Mi chiedo se lo ascoltiamo, se lo proteggiamo abbastanza. Io lo sento piangere spesso. Tanti anni fa gli feci una promessa e devo mantenerla. Viviamo per non deludere quel bambino. Un saluto, ciao!
A me non sembra affatto che tu parli a matula…
Grazie poetella 😉 Buongiorno!
Buongiorno a te!
Cerchiamo di far riviver il bambino che c’è in noi ad ogni nostro risveglio! La poesia è davvero splendida, così chiusa nel rimpianto…
Bisogna sempre prendersi cura di quel bambino, non dovremmo mai dimenticarlo! Grazie Silvia, un saluto, buon Sabato!
Straordinaria davvero!!!
🙂
Un sorriso anche a te e buona serata
Buona serata! 🙂
Commovente, per me commovente. Bellissima.
🙂 Grazie…